24/03/2023
Tasse Crypto 2023: la Criptovaluta è una forma di denaro digitale. Ogni Crypto è collegata a una Blockchain (catena di blocchi), un database peer-to-peer, che consente di gestire i dati in modo univoco e sicuro; inoltre, questi dati, una volta inseriti, non possono più essere eliminati o modificati.
Fin ad oggi, le varie risposte dell’Agenzia dell’entrate, riguardanti l’argomento Crypto e Tasse, erano insufficienti a chiarire tutti i i numerosi dubbi
Sappiamo che, l’impostazione dell’Agenzia delle Entrate è da sempre quella di tassare al 26% tutte le plusvalenze, solo se nel periodo d’imposta da dichiarare, la giacenza dei depositi complessivi intrattenuti dal contribuente ammontava ad almeno 51.645 € circa, per almeno 7 giorni consecutivi.
Con la nuova Legge di Bilancio 2023, sono tante le novità attinenti alle Tasse Crypto 2023.
In questo articolo analizzeremo:
Introduzione obbligo del monitoraggio fiscale,
Nuova Legge di bilancio,
Le plusvalenze
In seguito alla nuova normativa, sorge l’obbligo del monitoraggio fiscale. Dal 2023 è stato introdotto l’obbligo di versare l’imposta di bollo nella misura pari al 2 per mille, che viene calcolata sul valore complessivo delle criptoattività.
Attenzione! Per quanto riguarda gli obblighi di monitoraggio a carico dei contribuenti, la norma prevede che gli stessi sussistono a prescindere dalle modalità di conservazione delle cripto, tralasciando, quindi, la circostanza della loro detenzione all’estero o in Italia.
Alla fine di ogni anno, bisogna dichiarare tutte le Criptovalute detenute, anche se sono poche. La dichiarazione viene fatta mediante la compilazione del quadro RW della Dichiarazione dei Redditi.
Nel caso in cui i contribuenti non abbiano effettuato alcuna dichiarazione riguardante le valute virtuali possedute negli anni precedenti, la nuova Legge di Bilancio 2023, consente di rimediare “rimediare” nel seguente modo:
in termini di solo monitoraggio fiscale, potranno risolvere l’inadempimento di ogni anno versando lo 0,5% del valore delle attività non dichiarate a titolo di sanzione;
per coloro che, invece, hanno realizzato redditi fiscalmente rilevanti, alla sanzione dello 0,5% si aggiunge quella del 3,5% del valore delle attività detenute al termine di ciascun anno o al momento del realizzo.
Ma quali sono le novità riguardanti le Tasse sulle Crypto?
Dal 2023, il Legislatore ha introdotto una nuova lettera c-sexies all’art. 67 TUIR, specificando una nuova categoria di “redditi diversi”, con il testo che segue:
c-sexies) le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate, non inferiori complessivamente a 2.000 euro nel periodo d’imposta. Ai fini della presente lettera, per “cripto-attività” si intende una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga. Non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi eguali caratteristiche e funzioni.
ATTENZIONE! Anche la norma precedente prevedeva che le plusvalenze venissero tassate con un aliquota del 26%, ma c’è una differenza.
Dalla normativa, sopra riportata, si evince che l’aliquota imposta è la medesima (26%), ma i criteri sono differenti: una volta superata la soglia dei 2.000€, saranno sottoposte ad imposta tutte le plusvalenze o i proventi derivanti dalla cessione a titolo oneroso, intesa come conversione della criptoattività in valuta avente corso legale.
Quindi, in sintesi, le Tasse sulle Crypto sono del 26%%, ma devono essere pagate solamente se si supera la soglia dei 2.000€ nello stesso periodo d’imposta. Dunque, se i guadagni ammontano a 1.000€, non si è tenuti a pagare le Tasse sulle Crypto. Inoltre, bisogna tenere presente che la franchigia dei 2.000€ comprende le minusvalenze.
Per poter determinare le Tasse delle Crypto dal 2023, le plusvalenze sono determinate come la differenza tra:
il corrispettivo percepito o il valore normale delle cripto-attività permutate, e
il costo o il valore di acquisto, specificando che:
in caso di successione conta il valore definito o dichiarato in dichiarazione di successione,
in caso di donazione conta il costo sostenuto dal donante
E’ importante sapere che bisogna documentare con esattezza il costo d’acquisto delle Criptovalute; inoltre, il passaggio da una Criptovaluta ad un’altra non genera delle plusvalenze, poichè le plusvalenze vengono generate con il passaggio di una criptovaluta in euro oppure ad un altra valuta fiat.
Grazie alla legge 197/2022, al comma 133, si ha l’opportunità di rivalutare il valore di acquisto al 1° gennaio 2023 di un importo pari al valore che la crypto aveva a quella data, versando un‘imposta sostitutiva del 14% per ciascuna criptoattività detenuta.
L’imposta deve essere assolta entro il 30 giugno 2023, in un’unica soluzione o in 3 rate, e l’importo rideterminato non è valido ai fini della quantificazione di eventuali minusvalenze.
Attenzione: la rideterminazione del valore è facoltativa, e prevede i seguenti limiti:
non è possibile eseguire una rivalutazione parziale in quanto questa deve riguardare l’intera quantità delle criptoattività detenuta all’1/1/2023;
il valore a cui fare riferimento è il valore normale all’1/1/2023, senza possibilità di utilizzo di un valore diverso.